Classica

Un artista diventato istituzione: la scomparsa di Claudio Scimone

Claudio Scimone nella sua Padova
Claudio Scimone nella sua Padova

Aveva 83 anni, un banale incidente ha stroncato la vita del Direttore che nel 2005 era stato insignito dell'onorificenza di “Leone del Veneto”.

Claudio Scimone, il maestro de I Solisti Veneti, non c'è più. Gli sono state fatali le complicanze sopravvenute dopo una caduta in vacanza, qualche settimana fa, che gli aveva provocato la frattura di alcune costole. Dapprima si è contato su un'iniziale stabilizzazione, ma poi le sue condizioni sono improvvisamente peggiorate per una forte insufficienza respiratoria, sino a causarne la morte. E pensare che pochi giorni prima della scomparsa, avvenuta nella notte tra il 5 e il 6 settembre, aveva ancora diretto, benché da seduto, un concerto nella Chiesa padovana degli Eremitani. La stessa che poi ha accolto le sue esequie: gremita di autorità, di artisti e di tantissima gente comune, a testimoniare l'affetto di un'intera città. 

Una carriera lunga e sfolgorante

Nato a Padova nel 1934, dopo aver studiato direzione d'orchestra con Franco Ferrara e Dimitri Mitropoulos, Claudio Scimone raggiunse presto prestigio internazionale, dirigendo alcune delle più grandi orchestre in ogni parte del mondo. Ma fama ancor maggiore conquistò dopo aver fondato nel 1959, nella sua città natale, l'orchestra da camera I Solisti Veneti, che in pochi anni divenne una delle formazioni più note e stimate a livello mondiale. Con essa si dedicò dapprima alla riscoperta dell'immenso tesoro musicale del '700 veneto, assecondando la sua indole di valentissimo musicologo, per poi allargarsi ad un repertorio più largo, dal Rinascimento ad oggi, eseguendo anche opere dedicate loro da vari autori contemporanei. Alla testa de "I Solisti Veneti" Scimone ha inciso nel tempo un'enorme quantità di dischi – circa 300, con i titoli vivaldiani in testa – e tenuto oltre 6.000 concerti in tutti i continenti, partecipando a molti dei più importanti festival internazionali.

Claudio Scimone ed I Solisti Veneti

Ma non c'erano solo i “suoi” Solisti...

Accanto alla esplorazione e divulgazione della musica barocca, collaborando con tantissime stars del mondo musicale, Scimone – che negli anni '70-'80 diresse a lungo l'Orchestre National de l'Opéra di Monte Carlo e poi per 15 anni l'Orchestra della Fondazione Gulbenkian di Lisbona –  è stato pure un apprezzato direttore d'opera. Basti ricordare che, collaboratore della Fondazione Rossini di Pesaro per l'edizione critica dell'opera omnia rossiniana, diresse le prime esecuzioni moderne di Mosè in EgittoErmione, Maometto II°Edipo a Colono di Rossini. Del quale registrò tra l'altro una memorabile Italiana in Algeri con Marilyn Horne ed Ernesto Palacio, Armida con Cecilia Gasdia e Chris Merrit, il Maometto con Samuel Ramey e June Anderson. Nel lontano 1978 incise la prima – ed ancora ineguagliata - edizione moderna de L'Orlando Furioso di Vivaldi, rivelando così al mondo l'altissima qualità del teatro del Prete Rosso. 

Instancabile fu anche nell'attività didattica, esercitata come insegnante – Classe d'orchestra, naturalmente - al Conservatorio Marcello di Venezia, e quale direttore per quasi trent'anni del Conservatorio Pollini di Padova. L'Università patavina - una delle due più antiche nel mondo - gli aveva recentemente conferito la laurea honoris causa in giurisprudenza.

Scimone e Salvatore Accardo
Scimone in una recente immagine

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